Per mezzo di un prelievo di sangue venoso opportunamente centrifugato, si valuta al microscopio, la reazione degli elementi corpuscolati del sangue del paziente. Quando i globuli bianchi entrano in contatto con alimenti e sostanze chimiche opportunamente selezionate si determina una reazione che viene misurata con un punteggio.
Spesso proprio i cibi che più piacciono possono scatenare reazioni imprevedibili mettendo in allarme il nostro sistema immunitario. Per ogni individuo le incompatibilità alimentari, talvolta assolutamente insospettabili, producono disturbi che si manifestano anche a distanza di 15 o 72 ore dall’ingestione dell’alimento incriminato.
E’ necessario fare una distinzione fra le allergie classiche, che si manifestano immediatamente con l’assunzione del cibo responsabile della reazione Ig E mediata, e le intolleranze.
Come frequentemente accade nel lattante, maggiormente interessato dai fenomeni di intolleranza, anche nell’adulto la permeabilità della membrana intestinale verso determinate tossine è responsabile di sintomi spiacevoli e aspecifici.
L’integrità della mucosa intestinale è minata da fenomeni infiammatori, come le classiche coliti, e da meccanismi immunologici locali come quelli esercitati dagli anticorpi IgA secreti nel muco che ricopre e protegge la parete intestinale.
Un’incompleta digestione dei cibi può determinare la formazione di macromolecole proteiche oppure di polisaccaridi ad alto peso molecolare che infilandosi tra le giunzioni delle cellule enterocitarie “thigt junctions” del colon e formano tossine.
Quando aumentano i tempi di contatto tra la mucosa intestinale e gli antigeni alimentari, a causa di alterazioni della flora batterica o stipsi, si possono verificare fenomeni infiammatori.

Le intolleranze, pertanto, possono essere considerate come delle reazioni avverse, non IgE mediate, causate dall’accumulo intestinale di macromolecole che determinano l’intervento di cellule immunocompetenti.

Questa condizione si ripercuote sulla salute del paziente con fenomeni di disbiosicolitestipsi, crampi addominali detrminando una sorta di circolo vizioso che aggrava i sintomi.
La reattività del nostro organismo verso i cibi responsabili della formazione di quelle macromolecole è valutata mettendo a contatto globuli bianchi, piastrine e globuli rossi con una microscopica quantità dell’alimento da testare.
Il comportamento delle cellule viene osservato utilizzando un microscopio: se le cellule non subiscono alterazioni, l’elemento lo si considera normale quindi non reattivo. Quando i globuli bianchi ingrandiscono fino a esplodere o quando si formano delle caratteristiche aggregazioni, l’alimento è considerato dannoso.

I livelli di reazione sono quattro, indicati annerendo una delle quattro caselle presenti accanto al nome dell’elemento in esame.

SINTOMI LEGATI ALLE INCOMPATIBILITA’ ALIMENTARI

SINTOMI GENERALI: Stanchezza, ritenzione idrica, occhi cerchiati, sonnolenza postprandiale, alitosi, aumento della sudorazione.

APPARATO RESPIRATORIO: difficoltà di respirazione, asma, tosse, rinite allergica, sinusite.

APPARATO GASTRO-ENTERICO : gonfiore, senso di nausea, dolori e crampi addominali, gastrite, colite, disturbi dell’alvo (diarrea, stpsi), eruttazione, aerofagia, prurito anale, emorroidi.  

APPARATO CUTANEO: prurito locale e generalizzato, acne, eczema, dermatiti, vari tipi di lesioni dermatologiche, psoriasi.

APPARATO UROGENITALE: cistiti, infiammazioni urogenitali, sindrome premestruale.

 

 

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