Muore di un’embolia dopo l’operazione per le protesi al seno

Tratto dal “Corriere della sera” domenica 23 giugno 2013
Di Gianluca Rotondi

BOLOGNA – Un intervento di routine, la sostituzione programmata delle protesi al seno, è costato la vita a una donna di 63 anni di Firenze che per ragioni familiari era spesso di casa sotto le Due Torri. E pensare che la clinica Villalba, la struttura privata sui colli dove si è consumata la tragedia, era stata scelta dai familiari per consentire loro di assisterla da vicino, ma anche perché considerata tra le migliori in circolazione, specie per un’operazione di chirurgia «superficiale» ritenuta tra le meno rischiose. Invece Ornella T. è morta mercoledì sera sotto gli occhi della figlia a nemmeno 24 ore dall’intervento.
Un dramma su cui ora indagano Procura e carabinieridopo la composta ma ferma richiesta di chiarezza avanzata dai familiari della donna, assistiti dagli avvocati Gianluigi Lebro e Giulio Basagni. La pm Beatrice Ronchi ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, fatto sequestrare la cartella clinica e indagato sei medici: il chirurgo che ha eseguito l’operazione, il suo aiuto in sala, due anestesisti e due medici di reparto, tutti difesi dagli avvocati Andrea Martinelli e Roberto Plati. Un atto dovuto per consentire loro di partecipare all’autopsia attraverso un proprio consulente, il professor Gerardo Martinelli (per la famiglia c’era la dottoressa Donatella Fedeli).
L’esame eseguito sabato dal medico legale Sveva Borin ha stabilito che la donna sarebbe morta per una embolia polmonare massiva: un grumo di sangue avrebbe cioè ostruito l’arteria polmonare. Una complicanza irrimediabile che, se confermata, aprirebbe però il campo a una serie di interrogativi, soprattutto sulla fase pre-operatoria, le cui risposte saranno decisive per stabilire eventuali responsabilità. La 63enne era infatti obesa, una caratteristica fisica che solitamente rende più elevato il rischio di formazione di trombi e che avrebbe richiesto la somministrazione di eparina prima e dopo l’intervento. Secondo quanto si apprende, in cartella clinica non vi sarebbe traccia del farmaco ma gli accertamenti sono solo all’inizio.
Un altro tema da esplorare è l’opportunità di sottoporre la paziente all’operazione, anche tenuto conto che lo scorso marzo, sempre a Villalba, le era stata praticata una liposuzione all’addome. Aspetti che dovranno essere chiariti dagli esami istologici e dalla perizia medico legale che si avvarrà anche della consulenza di un chirurgo. L’unica figlia della signora Ornella è distrutta dal dolore e ancora incredula per quanto accaduto. Pretende che sia fatta luce anche se non accusa nessuno: «Abbiamo attivato la magistratura non per puntare il dito contro qualcuno ma perché era l’unica strada per scoprire la verità e capire che cosa è successo — dicono i familiari —. Prima di avere certezze non ha senso attribuire responsabilità, ma vogliamo sapere».
La direzione sanitaria di Villalba ha preferito non commentare e ai familiari ha solo detto di non saper spiegare l’accaduto. La signora Ornella, vedova da tempo, era entrata in clinica martedì mattina dopo aver seguito tutta la trafila per prepararsi alla sostituzione delle protesi impiantate venti anni fa. Dopo gli esami di rito, che non avrebbero evidenziato rischi, è stata operata in anestesia generale: «È andato tutto bene», hanno assicurato i medici. La donna si è svegliata e la notte è passata tranquilla. Il mattino seguente l’hanno fatta alzare ma dopo pochi passi è svenuta, apparentemente per un calo di pressione. Alle 16,30 però ha iniziato a stare male, faceva fatica a respirare. Non è chiaro come siano intervenuti i medici, ma due ore dopo la crisi respiratoria si è ripresentata in modo violento. Pare a che quel punto le sia stato dato un farmaco ad alta concentrazione di eparina ma ormai era tardi: tutti i tentativi di salvarla si sono rivelati inutili.

Tratto dal “Corriere della sera” domenica 23 giugno 2013
Di Gianluca Rotondi

L’impatto dell’obesita in Italia

L’obesità è una malattia complessa e multifattoriale influenzata da fattori genetici, fisiologici, ambientali e psicologici.

L’obesità è riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’American Medical Association come una malattia cronica.

In italia le persone in sovrappeso sono oltre 21 milioni.ata ad una diminuzione della speranza di vita di 5-10 anni.

 

Gradiente Nord e sud

Le regioni meridionali hanno una prevalenza più alta (basilicata 14,2%, Molise 12,8) rispetto a quelle settentrionali (Piemonte 8,4%, Liguria 9,6%).

Obesità infantile

Le complicanze dell’obesità

L’obesità si associa  ad un aumento della prevalenza di comorbidità quali ipertensione, ipercolesterolemia, diabete di tipo II, infarto del miocardio, apnee notturne, insufficienza renale e cancro, sia negli adulti che negli anziani

I costi dell’obesità

In Italia l’eccesso ponderale impatta per circa 4,5 miliardi di euro l’anno sulla spesa sanitaria e il costo indiretto è stimabile a 9 miliardi di euro.

Una persona con obesità severa/molto severa costa 450/550 euro in più rispetto ad una persona normopeso e il costo maggiore si riscontra nella fascia di età fra i 45 e i 64 anni.

Costi per obeso molto severo:

  • ricoveri in ospedale
  • spesa extra ospedaliera (farmaci, prestazioni ambulatoriali)

Le persone con obesità hanno un rischio di ospedalizzazione 3 volte maggiore rispetto alla popolazione generale.

 

 

Indice di massa corporea

L’Indice di Massa Corporea (o BMI, acronimo Inglese di Body Mass Index) è un parametro che mette in relazione la massa corporea e la statura di un soggetto.
Due persone dello stesso sesso e con uguale altezza, possono essere una normale e l’altra obesa, pur avendo lo stesso indice di massa corporea.

Questo indice si ottiene dividendo il peso calcolato in Kg per il quadrato dell’altezza calcolata in metri.
Per una persona di 180 cm di altezza e 80 kg di peso, il B.M.I. o I.M.C. si otterrà dividendo il peso per l’altezza calcolata in metri (1,8), elevata al quadrato, quindi 1,8 per se stesso che come risultato dà 3,24.
Dividendo il peso per 3,24 si ottiene il B.M.I. o I.M.C. di questa persona.

I.M.C.= peso (in Kg): altezza (in metri) moltiplicata per se stessa

Si tratta di uno dei più diffusi calcoli teorici per distinguere i soggetti in normopeso da quelli in sovrappeso e obesi.
In pratica se il valore ottenuto è compreso tra 18 e 24,9 è normale, se è compreso tra 25 e 29,9 la persona è in sovrappeso infine se il valore risulta superiore a 30 si tratta di obesità. A causa della sua approssimazione tuttavia può solo essere usato per scopi statistici su gruppi di persone omogenee per sesso ed età, come i militari di leva o gli studenti di una facoltà. Non dovrebbe essere usato per il singolo paziente senza essere accompagnato da più specifiche valutazioni cliniche e antropometriche.

Attori famosi per la loro prestanza fisica come Swartzenegher, Silvester Stallone, Vin Diesel, e molti altri, anche quando in piena forma, secondo il calcolo del BMI sarebbero stati
considerati obesi.
Al contrario persone che non hanno mai fatto ginnastica, secondo questo calcolo, non dovrebbero dimagrire anche se con pancia prominente e doppio mento, perché il loro peso è compensato da gambe e braccia troppo magre.
Finalmente grazie ad uno strumento di facile impiego, economico e molto preciso,l’impedenziometro, è possibile determinare il grado di obesità del paziente attraverso una rapida valutazione di parametri corporei realmente indicativi dell’adiposità.

AMINODIET Aminoacidi per dimagrire

L-TREONINA

La treonina è un aminoacido essenziale con spiccate funzioni depurative dell’organismo in generale e in particolar modo di fegato e reni.
Le funzioni della treonina sono numerose:

  • CURA DELLA STEATOSI EPATICA
  • MANTIENE ELASTICA E GIOVANE LA PELLE IN QUANTO È UN PRECURSORE FONDAMENTALE DI ELASTINA E COLLAGENE
  • È UN COSTITUENTE FONDAMENTALE DEL SISTEMA IMMUNITARIO

La carenza di treonina provoca deperimento organico con osteoporosi e riduzione della massa magra, ingrossamento del fegato e lesioni della pelle.
Il suo impiego come integratore alimentare è fondamentale quando si intraprendono cure estetiche e quando si aumenta l’attività fisica sportiva.

 

L-LISINA

La lisina fa parte degli aminoacidi essenziali che il nostro organismo non riesce a sintetizzare autonomamente pertanto deve essere introdotta con l’alimentazione. E’ soprattutto presente nelle carni rosse e in alcuni pesci come il merluzzo e le sardine.
In Europa durante la seconda guerra mondiale, la carenza di questo aminoacido era particolarmente diffusa perché le persone mangiavano prevalentemente polenta, senza mai variare.
Lo stato di fame di allora aveva dato luogo ad una malattia conosciuta come pellagra causata dalla carenza di niacina, una vitamina del gruppo B, che per essere sintetizzata necessita di lisina.
Questo aminoacido è fondamentale per la sintesi della carnitina, la nota molecola strutturale dei muscoli scheletrici che ne migliora la forza e la resistenza alla fatica.
La lisina è il costituente principale della cheratina dei capelli e del collagene, la proteina fibrosa di ossa, cartilagini, cute e tessuti connettivi.
Senza lisina, le performance fisiche degli atleti sarebbero senz’altro compromesse. Gli integratori non sono solo utili agli atleti professionisti. Tutte le volte che ci sottoponiamo a sforzi fisici intensi o ai rigori di una dieta dimagrante, è necessaria una supplementazione in lisina per evitare di sentirsi stanchi, avere la pelle flaccida e i capelli fragili e spenti.

 

L-TIROSINA

La tirosina, superata la barriera emato-encefalica, giunge all’interno del neurone cerebrale, dove subisce una serie di cambiamenti fino a diventare dopamina che regola l’umore e la prontezza mentale e favorisce la nostra capacità di adattarci a situazioni di ansia, fatica e stress.
È il tassello indispensabile nei processi di sintesi degli ormoni (adrenalina e noradrenalina) prodotti dalla ghiandola surrenale che, come un berretto da marinaio, copre il polo superiore del rene.

La tirosina aumenta la capacità mnemonica, allevia il dolore, stimola la libido, favorisce il dimagrimento ed è utilizzata nella cura del morbo di Parkinson.
I sintomi da carenza posso dare luogo a depigmentazione dei capelli, astenia, caduta della libido, ipotonia muscolare, lesioni epidermiche, danno epatico, ecc…
E’ di grande importanza per la produzione di melanina e quindi per la pigmentazione del capello. È abbondante nel glutine.

La tirosina superata la cellula tiroidea dentro il follicolo della tiroide è la base per la formazione degli ormoni T3 e T4.
Quando la tirosina supera la cellula della ghiandola surrenale è utilizzata per produrre adrenalina e noradrenalina.

 

L-ISTIDINA

Ricopre delle funzioni molto importanti all’interno del corpo umano, specialmente per i bambini, si tratta di un aminoacido di tipo polare. È precursore della istamina. Utilizzata in medicina farmaceutica nel trattamento delle malattie allergiche, nella artrite reumatoide, nelle ulcere degli organi digerenti. E’ anche importante per la formazione di globuli bianchi e rossi. L’ istamina si trova ampliamente diffusa in natura, e nel corpo umano principalmente si concentra nell’emoglobina. In condizioni normali il soggetto sano non deve assumere integratori di questo aminoacido, ma il fabbisogno e di 1 – 8 g/ giorno negli sportivi. Gli alimenti più ricchi di istidina sono: arachidi, fagioli, biscotti per l’infanzia.
Per giunta è utilizzata nel trattamento delle malattie allergiche, nel trattamento delle artriti reumatoidi, nel trattamento di ulcere degli organi digestivi, importante per la produzione di globuli bianchi e rossi; usata nel trattamento dell’anemia. Come già detto sopra viene trasformata in istamina che agisce sulle funzioni muscolari e sulla dilatazione dei vasi sanguigni.
Particolarmente importante nei processi di formazione di unghie e capelli, l’istidina si trova abbondante nella carne di maiale, nel glutine ed in alcune farine. Viene attivamente incorporata nella cheratina a livello dello stato granuloso.

 

Bibliografia:

Tang H, Hornstein E, Stolovich M, Levy G, Livingstone M, Templeton D, Avruch J, Meyuhas O.
Aminoacid-induced translation of TOP mRNAs is fully dependent on phosphatidylinositol 3-kinase-dediated signaling, is partially inhibited by rapamycin and is independent of S6K1 and rpS6 phosphorylation.
Mol Cell Biol 2001; 21: 8671-8683.

Dutta C, Hadley EC.
The significance of sarcopenia in old age.
J Gerontol A Biol Sci 1995; 50 Spec N° 1-4.

Evans WJ,
What is sarcopenia?
J Gerontol A Biol Sci 1995; 50 Spec N° 5-8. 

Dorrens J, Rennie MJ,
Effectsof ageing and human whole body and muscle protein turnover.
Scand J Med Sci Sports 2003; 13:26-33. 

Anthony JC, Anthony TG, Kimball SR, Vary TC, Jefferson LS.
Orally administered leucine stimulates protein synthesis in skeletal muscle of postabsorptive rats in association with increased Eif4f formation.
J Nutr 2000; 130: 139-145.

 

L-LEUCINA 

La L-LEUCINA è un aminoacido essenziale ed è il più importante dei tre aminoacidi essenziali ramificati molto utili alla salute del fegato. La leucina rispetto agli altri due Valina e Isoleucina è in rapporto 2:1:1 o 4:1:1 o addirittura 8:1:1. 

La leucina non forma il glucosio come altri aminoacidi che per questo motivo sono definiti GLUCOGENICI ma al contrario stimola l’insulina e la sensibilità insulinica 

La leucina è il principale aminoacido essenziale del muscolo scheletrico.

La leucina dal suo metabolismo si formano i corpi chetonici, pertanto è definito aminoacido CHETOGENICO

 

Russare fa male: questionario BERLINO per capire se si soffre di OSAS

QUESTIONARIO DI BERLINO

Sig. ________________________________________________________________ Altezza (cm) ________________ Peso (kg) ___________________ Age _______________________ Maschio / Femmina ___________

SCEGLIERE LA RISPOSTA GIUSTA AD OGNI DOMANDA.

CATEGORIA 1
1. Siete solito russare?

_ A. Sì
_ B. No
_ C. Non so

2. Se russa: il suo russare è:

_ A. Leggermente più forte della respirazione
_ B. Più forte di chi parla
_ C. Più forte del parlare
_ D. Molto alto – può essere ascoltata in stanze adiacenti

3. Le capita di russare:

_ A. Quasi ogni giorno
_ B. 3-4 volte a settimana _ C. 1-2 volte a settimana _ D. 1-2 volte al mese
_ E. Mai o quasi mai

4. Il suo russare mai interessato altre persone?

_ A. Sì
_ B. No
_ C. Non so

5. Qualcuno ha notato che interrompe la respirazione durante il sonno?

_ A. Quasi ogni giorno
_ B. 3-4 volte a settimana _ C. 1-2 volte a settimana _ D. 1-2 volte al mese
_ E. Mai o quasi mai

CATEGORIA 2
6. Quante volte si sente stanco o affaticato dopo il sonno notturno?

_ A. Quasi ogni giorno
_ B. 3-4 volte a settimana _ C. 1-2 volte a settimana _ D. 1-2 volte al mese
_ E. Mai o quasi mai

7. Durante il giorno, si sente stanco, affaticato o svogliato?

_ A. Quasi ogni giorno
_ B. 3-4 volte a settimana _ C. 1-2 volte a settimana _ D. 1-2 volte al mese
_ E. Mai o quasi mai

8. Si è mai appisolato o addormentato durante la guida di un veicolo?

_ A. Sì _ B. No

In caso affermativo:

9. Con quale frequenza si verifica il problema?

_ A. Quasi ogni giorno
_ B. 3-4 volte a settimana _ C. 1-2 volte a settimana _ D. 1-2 volte al mese
_ E. Mai o quasi mai

CATEGORIA 3

10. Ha la pressione alta? Calcolare il BMI (Body Mass Index)

_ Sì
_ No
_ Non so

 

*Body Mass Index = peso / altezza2

Kg. 80 Es._________________________

m 1.80 2

80
= ____________________ = 24,69(B.M.I.)

3.24

5 October 1999;131(7):485-491.

** Gross JB, Bachenberg KL, Benumof JL, Caplan RA, Connis RT, Cote CJ, Nickinovich DG, Prachand V, Ward DS, Weaver EM, Ydens L, Yu S: Practice guidelines for the perioperative management of patients with obstructive sleep apnea: A report by the American Society of Anesthesiologists Task Force on Perioperative Management of Patients

with Obstructive Sleep Apnea. ANESTHESIOLOGY 2006; 104:1081–93

PUNTEGGI QUESTIONARIO DI BERLINO

Tratto da: NC Netzer, Stoohs RA, CM Netzer, Clark K, Utilizzo del questionario di Berlino per identificare i pazienti a rischio per la sindrome delle apnee notturne. Tabella 2 – Ann 5 ottobre 1999; 131 (7) :485-91.

Punto 1: se ‘Sì’, assegnare 1 punto

Punto 2: se ‘C’ o ‘d’ è la risposta, assegnare 1 punto

Punto 3: se ‘a’ o ‘b’ è la risposta, assegnare 1 punto

Punto 4: se ‘a’ è la risposta, assegnare 1 punto

Punto 5: se ‘a’ o ‘b’ è la risposta, assegnare 2 punti

Categoria 1 è positivo se il punteggio totale è di 2 o più punti

Categorie e punteggio:Il questionario si compone di 3 categorie relative al rischio di apnea del sonno. I pazienti possono essere classificati ad alto rischio o basso rischio, sulla base delle loro risposte ai singoli elementi e con la valutazione complessiva nelle categorie sintomo.

Categoria 1: punti 1, 2, 3, 4, 5.

Categoria 2: articoli 6, 7, 8 (il punto 9 va osservato separatamente).

Punto 6: se ‘a’ o ‘b’ è la risposta, assegnare 1 punto Punto 7: se ‘a’ o ‘b’ è la risposta, assegnare 1 punto

Punto 8: se ‘a’ è la risposta, assegnare 1 punto

Categoria 2 è positivo se il punteggio totale è di 2 o più punti

Categoria 3 è positivo se la risposta al punto 10 è Sì

(se il Body Mass Index del paziente è maggiore di 30kg/m2. (il BMI deve essere calcolato; è definito come peso (kg)

diviso altezza (m) al quadrato, vale a dire, kg/m2).

Ad alto rischio OSAS: 2 o più categorie positive

Basso rischio OSAS: 1 o nessuna categoria considerata positiva

 

Categoria 1: Caratteristiche fisiche predisponenti

  1. BMI ≥ 35 kg/m2
  2. Circonferenza del collo> 43 cm / 17 pollici (uomini) o 40 cm / 16 pollici (donne)
  3. Anomalie cranio-facciali che interessano le vie aeree
  4. Ostruzione anatomica del naso
  5. Tonsille che toccano in parte o totalmente la linea mediana

Categoria 2: Storia di apparente ostruzione delle vie aeree durante il sonno

Due o più dei seguenti sono presenti (se paziente vive solo o sonno non viene osservato da un’altra persona, allora solo una delle seguenti devono essere presenti):

  1. Russare (abbastanza forte da essere sentiti attraverso una porta chiusa)
  2. Russare frequentemente
  3. Osservazione di pause respiratorie durante il sonno
  4. Risvegli con sensazione di soffocamento
  5. Frequenti risvegli nel sonno

Categoria 3: Sonnolenza
Uno o più dei seguenti sono presenti:

  1. Frequente sonnolenza o affaticamento, nonostante un “adeguato” sonno
  2. Addormentarsi facilmente in un ambiente o condizione non stimolante (ad esempio, guardando la TV,

leggendo, guidando l’auto o come passeggero), nonostante un sonno adeguato
c. per i bambini: [commento di genitori o docenti che il bambino appare sonnolento durante il giorno, si distrae facilmente, è troppo aggressivo o ha difficoltà di concentrazione] *
d. per i bambini: [Bambino difficile da svegliare] *

PUNTEGGIO:

Se due o più elementi della categoria 1 sono positivi, per la categoria 1 il paziente è positivo. Se due o più elementi nella categoria 2 sono positivi, per la categoria 2 il paziente è positivo. Se uno o più quadri della categoria 3 sono positivi, per la categoria 3 il paziente è positivo.

Alto rischio OSAS: due o più categorie positive
Basso rischio OSAS: una sola o nessuna categoria considerata positiva

Questionario STOP-Bang aggiornato

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Russa?
Russa forte (abbastanza forte da essere sentito attraverso le porte chiuse oppure chi dorme con Lei le dà delle gomitate perché russa la notte)?

SI  NO

Stanco/a?
Si sente spesso stanco/a, affaticato/a o assonnato/a durante il giorno (come se si addormentasse durante la guida)?

SI  NO

Osservato/a?
Qualcuno L’ha osservata mentre smetteva di respirare o soffocava/rimaneva senza fiato durante il sonno?

SI  NO

Pressione? È stato/a trattato/a o è attualmente in trattamento per la pressione alta? Indice di massa corporea superiore a 35 kg/m2?

SI  NO

Età superiore a 50 anni?

SI  NO

Collo di grandi dimensioni? (Misurato attorno al pomo d’Adamo) Per gli uomini, il colletto della camicia misura 43 cm o più? Per le donne, il colletto della camicia misura 41 cm o più?

SI  NO

Per la popolazione in generale
Basso rischio di OSA (Sindrome delle apnee ostruttive del sonno): Sì a 0-2 domande Rischio medio di OSA: Sì a 3-4 domande
Rischio elevato di OSA: Sì a 5-8 domande

oppure Sì a 2 o più delle 4 domande STOP (RSOP: russare, stanchezza, osservato e pressione) + sesso maschile

oppure Sì a 2 o più delle 4 domande STOP (RSOP: russare, stanchezza, osservato e pressione) + BMI > 35 kg/m2

oppure Sì a 2 o più delle 4 domande STOP (RSOP: russare, stanchezza, osservato e pressione) + circonferenza del collo (43 cm negli uomini, 41 cm nelle donne)

Proprietà della University Health Network, per maggiori informazioni: www.stopbang.ca Modificato da Chung F et al. Anesthesiology 2008; 108:812-21, Chung F et al Br J Anaesth 2012; 108:768–75, Chung F et al J Clin Sleep Med Sept 2014

Circonferenza addome

La circonferenza addominale è una misura antropometrica innovativa e di facile esecuzione che insieme al peso e all’altezza consente, in maniera approssimativa ma efficace, di distinguere tra chi è grosso e chi invece è grasso. La persona piena di muscoli ha comunque una vita sottile e agile. Quando la “pancia” ha una circonferenza superiore a 110 cm, esprime una tendenza ad avere disturbi funzionali, dalla difficoltà a lavarsi o vestirsi, sino a patologie cardiovascolari come ipertensione e infarto del miocardio. Molte donne dal peso assolutamente normale possono presentare una circonferenza superiore a 88 cm e così, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sancito, essere a rischio di contrarre negli anni, patologie cardiovascolari.

ANTHROPOMETRY GOLD STANDARD REPLICATE EXAMINATIONS

1. Istruire il partecipante a raccogliere la sua camicia il suo abito sopra il vita, incrociare le braccia, e mettere le mani sulle spalle opposte!
2. In piedi sul lato destro della persona da esaminare palpare la zona della cresta iliaca. Con la matita cosmetica disegnare una linea orizzontale a livello del bordo superiore laterale dell’ileo destro. Attraversare questo marchio presso la linea ascellare media, che si estende dalla ascella lungo il lato del tronco. La fotografia mostra il sito della linea marcata correttamente per rilevare la circonferenza addominale: ABDOMINAL CIRCUMFERENCE.

 

Bibliografia:

Kahn HS, Imperatore G, Cheng YJ. “A population-based comparison of BMI percentiles and waist-to-height ratio for identifying cardiovascular risk in youth”. J Pediatr.2005;146 :482– 488

Ashwell M, Cole TJ, Dixon AK. “Ratio of waist circumference to height is strong predictor of intra-abdominal fat”. BMJ.1996;313 :559– 560

Hsieh SD, Yoshinaga H, Muto T. “Waist-to-height ratio, a simple and practical index for assessing central fat distribution and metabolic risk in Japanese men and women”. Int J Obes Relat Metab Disord.2003;27 :610– 616

 

Ormoni che regolano il nostro appetito

Gli Ormoni esercitano un’importante influenza sull’appetito vedremo come fare per migliorare i livelli degli ormoni che controllano il peso del corpo.

 

INSULINA

L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule beta del pancreas. È secreta in piccole quantità durante il giorno e in grandi quantità dopo i pasti.
L’insulina permette alle cellule di rifornirsi dell’energia necessaria attraverso gli zuccheri presenti nel sangue. L’energia non consumata dall’attività metabolica dell’organismo viene stoccata nel tessuto adiposo sottoforma di trigliceridi.
In pratica, l’insulina “dice” alle cellule del tessuto adiposo (gli adipociti) di immagazzinare il grasso, favorendo la lipogenesi (o ingrassamento).
La patologia che va sotto il nome di INSULINORESISTENZA è causa di livelli eccessivi di questo ormone dopo i pasti ricchi in carboidrati e ha come conseguenza l’aumento eccessivo di tessuto adiposo.

Diabetes Care. 2008 Feb;31
Insulin resistance and hyperinsulinemia: is hyperinsulinemia the cart or the horse?
Shanik MH1, Xu Y, Skrha J, Dankner R, Zick Y, Roth J.

L’eccesso di cibo, soprattutto di zuccheri, carboidrati raffinati, e cibo spazzatura, è una delle principali cause della resistenza all’insulina e dell’aumento dei livelli di di questo ormone.
Se si vogliono normalizzare i livelli di insulina e migliorare la sensibilità a essa è possibile apportare le seguenti modifiche alla propria dieta e al proprio stile di vita:

  • Evitare o ridurre al minimo lo zucchero: alte quantità di fruttosio e di saccarosio promuovono la resistenza all’insulina e un suo aumento. 

Curr Opin Lipidol. 2013 Jun;24(3):198-206.
Adverse metabolic effects of dietary fructose: results from the recent epidemiological, clinical, and mechanistic studies.
Stanhope KL1, Schwarz JM, Havel PJ.

  • Ridurre i carboidrati: una dieta a basso contenuto di carboidrati, in particolare quelli raffinati, facilita un calo immediato dei livelli di insulina.

Nutr Metab (Lond). 2005; 2: 31.
Carbohydrate restriction improves the features of Metabolic Syndrome. Metabolic Syndrome may be defined by the response to carbohydrate restriction
Jeff S Volek and Richard D Feinman

  • Mangiare più proteine: in realtà le proteine innalzano i livelli di insulina nel breve termine, ma poi, nel lungo termine, dovrebbero portare a una riduzione della resistenza all’insulina, aiutando così a eliminare il grasso in eccesso accumulato.

Nutr Metab (Lond). 2012 Jan 27;9(1):5.
Quality protein intake is inversely related with abdominal fat.
Loenneke JP1, Wilson JM, Manninen AH, Wray ME, Barnes JT, Pujol TJ.

  • Mangiare più grassi sani: gli acidi grassi omega3 presenti in alcuni vegetali, come i semi di lino e di chia, nonché nei pesci grassi aiutano a diminuire la resistenza all’insulina.

Diabetologia. 2008 Jul;51(7):1261-8.
Beneficial effects of long-chain n-3 fatty acids included in an energy-restricted diet on insulin resistance in overweight and obese European young adults.
Ramel A, Martinéz A, Kiely M, Morais G, Bandarra NM, Thorsdottir I.

  • Attività fisica regolare: è risaputo che svolgere attività fisica regolarmente è molto importante per accrescere la salute generale dell’organismo. In uno studio, le donne in sovrappeso che quotidianamente hanno fatto una camminata a passo sostenuto oppure il jogging hanno avuto un significativo aumento della sensibilità all’insulina e una diminuzione del grasso viscerale entro 14 settimane.

Obes Res. 2004 May;12(5):789-98.
Exercise-induced reduction in obesity and insulin resistance in women: a randomized controlled trial.
Ross R, Janssen I, Dawson J, Kungl AM, Kuk JL, Wong SL, Nguyen-Duy TB, Lee S, Kilpatrick K, Hudson R.

LEPTINA

La leptina è un ormone prodotto dalle cellule del tessuto adiposo. Regola il senso di sazietà, e risulta utile per ridurre l’appetito e per aiutare a sentirsi più pieni più a lungo. La leptina è inoltre coinvolta nella regolazione del metabolismo.
Uno dei compiti principali della leptina è quello di segnalare all’ipotalamo, la parte del cervello che controlla l’appetito, che il corpo ha assunto sufficiente quantità di cibo. La leptina dice al cervello che c’è abbastanza grasso in deposito e che quindi non è più necessario, aiutando così a prevenire una sovralimentazione, che porterebbe inevitabilmente a un aumento di peso corporeo.
Le persone che sono in sovrappeso o coloro che soffrono di obesità hanno solitamente livelli molto elevati di leptina nel sangue. Uno studio ha addirittura constatato che i livelli di leptina nelle persone obese sono fino a 4 volte superiori a quelli delle persone normopeso.

N Engl J Med. 1996 Feb 1;334(5):292-5.
Serum immunoreactive-leptin concentrations in normal-weight and obese humans.
Considine RV, Sinha MK, Heiman ML, Kriauciunas A, Stephens TW, Nyce MR, Ohannesian JP, Marco CC, McKee LJ, Bauer TL,

Ma se leptina riduce l’appetito, perché le persone obese con alti livelli di leptina non mangiano meno e non perdono peso? Perché le mutazioni del recettore OB-R portano a una resistenza verso quello che è il compito svolto dalla leptina. Tale resistenza rappresenta a sua volta una causa molto preoccupante dell’obesità.

Quando la segnalazione della leptina viene compromessa, il messaggio di smettere di mangiare non arriva al cervello, per cui la persona non riesce a rendersi conto di aver assunto/immagazzinato abbastanza energia e mangia di più del dovuto.

Circ Res. 2007 Sep 14;101(6):545-59.
Leptin signaling and obesity: cardiovascular consequences.
Yang R, Barouch LA.

Inoltre, i livelli di leptina si riducono quando si perde peso, e questo è uno dei motivi principali per cui è così difficile mantenere la perdita di peso nel lungo termine. Dopo il dimagrimento, dato che diminuisce la presenza di leptina la persona è stimolata a mangiare di più perché il cervello non riceve sufficienti segnalazioni relative alla sazietà.

Horm Metab Res. 1996 Dec;28(12):698-703.
Relationship between weight loss maintenance and changes in serum leptin levels.
Wing RR, Sinha MK, Considine RV, Lang W, Caro JF.

  • Evitare i cibi infiammatori: limitare gli alimenti che causano l’infiammazione, in particolare lo zucchero e i cibi e le bibite zuccherate, i grassi trans e idrogenati, i prodotti trasformati/processati e quelli ricchi di additivi, conservanti e coloranti.
  • Mangiare più cibi antinfiammatori: una dieta antiinfiammatoria, ricca di antiossidanti e grassi buoni come gli omega-3, è una delle soluzioni migliori per diminuire il livello dell’infiammazione in tutto il corpo, compreso nell’ipotalamo.

Food Nutr Res. 2016 Jan 29;60:29268.
Effect of long chain omega-3 polyunsaturated fatty acids on inflammation and metabolic markers in hypertensive and/or diabetic obese adults: a randomized controlled trial.
Ellulu MS, Khaza’ai H, Patimah I, Rahmat A, Abed Y.

  • Attività fisica regolare: molte ricerche dimostrano che un moderato esercizio fisico accresce la sensibilità alla leptina.

Diabetes. 2008 Mar;57(3):614-22.
Synergy between leptin therapy and a seemingly negligible amount of voluntary wheel running prevents progression of dietary obesity in leptin-resistant rats.
Shapiro A, Matheny M, Zhang Y, Tümer N, Cheng KY, Rogrigues E, Zolotukhin S, Scarpace PJ.

  • Dormire a sufficienza: vari studi hanno registrato che la mancanza di un adeguato riposo porta a un calo dei livelli di leptina e a un aumento dell’appetito.

Ann Intern Med. 2004 Dec 7;
Brief communication: Sleep curtailment in healthy young men is associated with decreased leptin levels, elevated ghrelin levels, and increased hunger and appetite.
Spiegel K, Tasali E, Penev P, Van Cauter E.

  • Integratori: in una recente ricerca le donne che hanno seguito una dieta dimagrante e che hanno assunto regolarmente integratori di olio di pesce e di acido alfa-lipoico hanno perso maggiore peso e hanno sperimentato un minor abbassamento nei livelli di leptina rispetto alle donne nel gruppo di controllo.

Effects of α-lipoic acid and eicosapentaenoic acid in overweight and obese women during weight loss. Navas-Carretero S, Prieto-Hontoria PL, Moreno-Aliaga MJ. Martínez JA.

GRELINA

La grelina, o ghrelina, è l’ormone che stimola l’appetito, ed è noto anche come “ormone della fame”. Quando lo stomaco è vuoto, alcune cellule presenti in esso e nel pancreas (rispettivamente le cellule P/D1 ed epsilon) rilasciano la grelina, che invia un messaggio all’ipotalamo segnalando che è necessario mangiare.

Obes Rev. 2007 Jan;8(1):21-34.
The role of leptin and ghrelin in the regulation of food intake and body weight in humans: a review.
Klok MD, Jakobsdottir S, Drent ML.

Normalmente, i livelli di grelina sono più alti poco prima di mangiare e si abbassano circa un’ora dopo aver consumato un pasto.
Alcuni studi hanno dimostrato che nelle persone obese i livelli di grelina si riducono solo leggermente anche dopo aver mangiato. A causa di ciò, l’ipotalamo non riceve un segnale sufficientemente forte utile per smettere di mangiare, e ciò può ovviamente portare a una sovralimentazione.

A preprandial and postprandial plasma levels of ghrelin hormone in lean, overweight and obese Saudi females Maha H. Daghestani Zoology Department, College of Science, Section of Science and Medical Studies, King Saud University.

Per migliorare la funzione dell’ormone grelina si possono prendere in considerazione i seguenti suggerimenti:

  • Meno zucchero: evitare gli alimenti contenenti sciroppo di fruttosio-glucosio (HFCS) e le bevande zuccherate, che possono compromettere le segnalazioni della grelina dopo i pasti.

Nutr Diabetes. 2013 Dec 23;
Ghrelin receptor regulates HFCS-induced adipose inflammation and insulin resistance.
Ma X1, Lin L2, Yue J3, Pradhan G4, Qin G5, Minze LJ6, Wu H7, Sheikh-Hamad D7, Smith CW4, Sun Y8.

  • Più proteine: mangiare alimenti proteici a ogni pasto, soprattutto a colazione, contribuisce a ridurre i livelli di grelina e a promuovere il senso di sazietà nell’arco della giornata.

Metabolism. 2011 Sep;60(9):1300-11.
Effect of a high-protein diet on ghrelin, growth hormone, and insulin-like growth factor-I and binding proteins 1 and 3 in subjects with type 2 diabetes mellitus.
Gannon MC, Nuttall FQ.

 

CORTISOLO

Il cortisolo è un ormone steroideo rilasciato dalle ghiandole surrenali. È comunemente noto come “ormone dello stress” perché i suoi livelli aumentano proprio quando il corpo è sotto stress.
Come altri ormoni, anche il cortisolo è di vitale importanza per la sopravvivenza.
Tuttavia, livelli costantemente elevati di questo ormone possono portare a consumare eccessive quantità di cibo causando un’accrescimento di peso corporeo.

Psychoneuroendocrinology. 2001 Jan;26(1):37-49.
Stress may add bite to appetite in women: a laboratory study of stress-induced cortisol and eating behavior.
Epel E, Lapidus R, McEwen B, Brownell K.

Alcuni studi hanno constatato che le donne che hanno accumulato più grasso addominale rispondono allo stress con una maggiore produzione di cortisolo.

J Clin Endocrinol Metab. 2002 Aug;87(8):3984-8.
Comment: response of the hypothalamic-pituitary-adrenocortical axis to high-protein/fat and high-carbohydrate meals in women with different obesity phenotypes.
Vicennati V, Ceroni L, Gagliardi L, Gambineri A, Pasquali R.

Anche una dieta dimagrante rigorosa può aumentare i livelli di cortisolo. In uno studio, nelle donne che hanno adottato una dieta a basso contenuto calorico i livelli di cortisolo e di stress erano più alti rispetto a quelli delle donne che hanno adottato una dieta normale.

Low Calorie Dieting Increases Cortisol
Janet Tomiyama, Traci Mann, Danielle Vinas,  Jeffrey M. Hunger, Jill DeJager, and Shelley E. Taylor

Alcune strategie alimentari e non possono contribuire ad abbassare i livelli di cortisolo:

  • Dieta equilibrata: è necessario mangiare alimenti genuini e seguire una dieta bilanciata. Bisogna inoltre evitare di ridurre eccessivamente l’apporto calorico.
  • Meditazione: la pratica della meditazione può diminuire in modo significativo la produzione di cortisolo e favorire il rilassamento.

Physiol Behav. 1991 Sep;50(3):543-8.
Effect of Buddhist meditation on serum cortisol and total protein levels, blood pressure, pulse rate, lung volume and reaction time.
Sudsuang R, Chentanez V, Veluvan K.

  • Ascoltare musica: studi dimostrano che se si fa ascoltare musica rilassante al paziente durante vari tipi di procedure mediche il cortisolo aumenta meno rispetto a quando non si fa ascoltare musica.

Hepatogastroenterology. 2004 Mar-Apr;51(56):451-3.
Reduction in salivary cortisol level by music therapy during colonoscopic examination.
Uedo , Ishikawa H, Morimoto K, Ishihara R, Narahara H, Akedo I, Ioka T, Kaji I, Fukuda S.

  • Dormire a sufficienza: riposarsi è necessario per il corretto funzionamento di tutto l’organismo e per evitare disfunzioni anche nella produzione degli ormoni. Uno studio ha constatato che i piloti di elicottero che, per via del lavoro, hanno perso 15 ore di sonno nel corso di una settimana hanno avuto livelli di cortisolo superiori del 50-80%. Inoltre, le secrezioni di cortisolo e noradrenalina sono rimaste alte anche nei due giorni di riposo successivi al lavoro. In media, è necessario dormire 8 ore a notte.

Sleep deficit and stress hormones in helicopter pilots on 7-day duty for emergency medical services.
Samel A, Vejvoda M, Maass H.

  • Fare attività fisica: è vero che durante l’esercizio fisico il cortisolo aumenta, ma nel lungo termine fare attività fisica regolarmente aiuta ad alleviare le tensioni e a mantenere stabili i livelli di cortisolo. Si consiglia soprattutto l’attività aerobica all’aria aperta

ESTROGENI

Gli estrogeni sono i più importanti ormoni sessuali della donna. Vengono prodotti principalmente dalle ovaie, e sono coinvolti nella regolazione del sistema riproduttivo femminile.
Sia livelli molto alti sia livelli molto bassi di estrogeni possono portare a un aumento di peso. Questo dipende dall’età, dall’azione degli altri ormoni, e dallo stato generale di salute.
Per garantire la capacità di riproduzione durante l’età fertile, gli estrogeni cominciano a favorire il deposito di grasso sin dalla pubertà. 

J Clin Endocrinol Metab. 2004 Apr;89(4):1869-78.
Estrogen controls lipolysis by up-regulating alpha2A-adrenergic receptors directly in human adipose tissue through the estrogen receptor alpha. Implications for the female fat distribution.
Pedersen SB, Kristensen K, Hermann PA, Katzenellenbogen JA, Richelsen B.

Inoltre, gli estrogeni sono i responsabili di un maggiore accumulo di grasso durante la prima metà della gravidanza.
Le donne obese tendono ad avere livelli di estrogeni più alti rispetto alle donne con un peso ideale o normale. Oltre a ciò, durante la menopausa, quando i livelli di estrogeni scendono notevolmente poiché diminuisce la loro produzione nelle ovaie, lo stoccaggio di grasso tende a interessare di più la pancia e meno i fianchi e le cosce. Questa situazione causa una maggiore resistenza all’insulina e aumenta il rischio di obesità e di disturbi a essa legati come le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2, e l’ipertensione.

Biomed Res Int. 2014;
Estrogen Deficiency and the Origin of Obesity during Menopause
Fernando Lizcano and Guillermo Guzmán 

I seguenti cambiamenti nella dieta e nello stile di vita possono aiutare l’organismo a gestire e a regolare meglio i livelli degli estrogeni:

  • Più fibre alimentari: vari studi dimostrano che aumentare il consumo di fibre riduce i livelli di estrogeni.

J Clin Oncol. 2004 Jun 15;22(12):2379-87.
Effects of a high-fiber, low-fat diet intervention on serum concentrations of reproductive steroid hormones in women with a history of breast cancer.
Rock CL, Flatt SW, Thomson CA, Stefanick ML, Newman VA, Jones LA, Natarajan L, Ritenbaugh C, Hollenbach KA, Pierce JP, Chang RJ.

  • Verdure crocifere: la presenza di indolo-3-carbinolo all’interno delle verdure crocifere sembra avere effetti benefici sugli estrogeni, andandone ad alterare il metabolismo.

Nutr Cancer. 1991;16(1):59-66.
Altered estrogen metabolism and excretion in humans following consumption of indole-3-carbinol.
Michnovicz JJ, Bradlow HL.

  • Semi di lino: nonostante l’alta presenza di fitoestrogeni che potrebbero interferire con l’azione degli estrogeni, i semi di lino sembrano avere effetti benefici sul metabolismo degli estrogeni nella maggior parte delle donne.

Front Neuroendocrinol. 2010 Oct;31(4):400-19.
The pros and cons of phytoestrogens.
Patisaul HB, Jefferson W.

  • Esercizio fisico: ancora una volta, l’attività fisica aiuta a normalizzare i livelli degli ormoni, compresi quelli degli estrogeni, sia nelle donne in premenopausa sia in quelle in postmenopausa

J Appl Physiol (1985). 2011 Dec;111(6):1687-93.
Exercise lowers estrogen and progesterone levels in premenopausal women at high risk of breast cancer.
Kossman DA, Williams NI, Domchek SM, Kurzer MS, Stopfer JE, Schmitz KH.

Glucagon-Like Peptide 1 (GLP-1)

Il Glucagon-Like Peptide 1 (GLP-1) è un ormone proteico gastrointestinale che viene prodotto dalle cellule L dell’ileo e del colon nel momento in cui ciò che si mangia entra nell’intestino. Il GLP-1 svolge un ruolo importante nel mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue e nel regolare il senso di sazietà.

I ricercatori ritengono che la diminuzione dell’appetito che si verifica subito dopo gli interventi chirurgici per perdere peso, in particolare dopo l’intervento chirurgico di bypass gastrico (Roux-en-Y), è in parte dovuta a un aumento della produzione di GLP-1.

Circulation. 2015 Mar 10;131(10):871-81.
Rapid and body weight-independent improvement of endothelial and high-density lipoprotein function after Roux-en-Y gastric bypass: role of glucagon-like peptide-1.
Osto E, Doytcheva P, Corteville C, Bueter M, Dörig C, Stivala S, Buhmann H, Colin S, Rohrer L, Hasballa R, Tailleux A, Wolfrum C, Tona F, Manz J, Vetter D, Spliethoff K, Vanhoutte PM, Landmesser U, Pattou F, Staels B, Matter CM, Lutz TA, Lüscher TF

In uno studio, gli uomini a cui è stata somministrata una soluzione di GLP-1 durante la prima colazione hanno riferito di sentirsi più sazi e hanno mangiato in media il 12% di calorie in meno a pranzo.

J Clin Invest. 1998 Feb 1;101(3):515-20.
Glucagon-like peptide 1 promotes satiety and suppresses energy intake in humans.
Flint A, Raben A, Astrup A, Holst JJ

Per aumentare il GLP-1 si suggerisce di:

  • Mangiare più alimenti proteici: i cibi ad alto contenuto proteico favoriscono la sintesi di GLP-1 e migliorano la sensibilità all’insulina.

Food Chem. 2015 Dec 15;189:120-8.
Whey proteins have beneficial effects on intestinal enteroendocrine cells stimulating cell growth and increasing the production and secretion of incretin hormones.
Gillespie AL, Calderwood D, Hobson L, Green BD.

  • Mangiare più cibi antiinfiammatori: l’infiammazione cronica è legata una ridotta produzione di GLP-1, per cui è bene mangiare più vegetali ricchi di antiossidanti e di grassi buoni come gli omega-3.
  • Mangiare più verdure a foglia verde: Le verdure a foglia verde sono tra le più ricche di antiossidanti. In uno studio, le donne che hanno consumato verdure a foglia verde quotidianamente, come gli spinaci e i cavoli, hanno avuto un aumento significativo nei livelli di GLP-1 e hanno perso più peso rispetto al gruppo di controllo.

Appetite. 2014 Oct;81:295-304.
Body weight loss, reduced urge for palatable food and increased release of GLP-1 through daily supplementation with green-plant membranes for three months in overweight women.
Montelius C, Erlandsson D, Vitija E, Stenblom EL, Egecioglu E, Erlanson-Albertsson C.

  • Probiotici: come già accennato precedentemente, gli alimenti ricchi di probiotici (e indirettamente anche quelli contenenti prebiotici) sono necessari per una buona flora batterica intestinale, a sua volta utile per la salute generale dell’organismo e per migliorare i livelli di alcuni ormoni, tra cui anche il GLP-1. In uno studio, un integratore di probiotici è risultato efficace nell’aumentare il GLP-1 portando a una riduzione dell’assunzione di cibo.

J Biol Chem. 2013 Aug 30;288(35):25088-97.
Beneficial metabolic effects of a probiotic via butyrate-induced GLP-1 hormone secretion.
Yadav H1, Lee JH, Lloyd J, Walter P, Rane SG.

 

Insulina e aumento di peso

L’insulina è un ormone dall’intensa attività anabolizzante, per questo motivo è il più importante fra quelli coinvolti nell’aumento di peso.
Si tratta di un ormone proteico sintetizzato e messo in circolo dalle cellule del pancreas endocrino chiamate isole di Langherans in onore del loro scopritore Paul Langherans (1847-1888). Una volta prodotto da queste strutture pancreatiche l’ormone per poter diventare attivo deve subire una serie di trasformazioni:

  • Il primo stadio di questo processo di trasformazione è la formazione della pre-proinsulina

  • Il secondo passaggio consiste nella trasformazione della pre-proinsulina in proinsulina.

  • Il terzo passaggio determina il distacco della catena C e la formazione dell’insulina vera e propria.

ANABOLISMO INSULINICO

L’insulina svolge la sua azione anabolizzante attraverso meccanismi responsabili dell’incremento ponderale, e addirittura è responsabile dell’inibizione di quelli coinvolti nel catabolismo, ovvero responsabili della diminuzione dei lipidi, delle proteine e dei carboidrati del corpo. Quindi l’insulina promuove l’aumento di peso, e inibisce il consumo delle riserve energetiche, inducendo un aumento dell’appetito.
In pratica mentre il Glucagone e l’Adrenalina sono gli ormoni riversati nel sangue in risposta al digiuno, per dare il via ai sistemi metabolici che bruciano le riserve energetiche di deposito e per prepararci ad affrontare le reazioni di “fuga o di aggressione”.
L’insulina al contrario è prodotta dopo il pasto.
Dopo il pasto costituito da cibi vegetali, in pratica da carboidrati, o idrati di carbonio, cioè quei cibi che con aggiunta di acqua, per fermentazione danno alcool (dalla frutta al riso, dai prodotti da forno ai prodotti dell’orto, ma anche dolci, bevande dolci, alcolici, ecc…) si determina un aumento della glicemia che a sua volta scatena la secrezione dell’insulina che ha come scopo primario quello di abbassare la concentrazione del glucosio nel sangue, passando come uno schiacciasassi su qualsiasi altro evento metabolico in atto, e svolge la sua azione dittatoriale, impositiva, principalmente nel fegato e nel tessuto adiposo.

Nella cellula del fegato, detta epatocita, l’insulina promuove la sua azione anabolizzante, (aumento di peso), accelerando la sintesi del glicogeno, una sorta di zucchero di riserva, e stimolando la sintesi degli acidi grassi liberi, responsabili nel tempo della malattia da sofferenza cronica del fegato, chiamata STEATOSI EPATICA. Al contempo impedisce il catabolismo (dimagrimento) inibendo la distruzione dei grassi e degli zuccheri di deposito.

1. Il glucosio penetra nell’epatocita grazie alle proteine GLUT e viene trasformato in glucosio-6-fosfato.


Il GLUCOSIO è una molecola di zucchero con 6 atomi di carbonio detto ALDOSO perché il gruppo aldeidico COOH è in posizione 1.

Il glucosio passa dal sangue all’interno delle cellule dei vari tessuti grazie a specifiche proteine trans membrana denominate GLUT delle quali si conoscono 5 tipi.

Le proteine GLUT 1 e GLUT 3 sono presenti in tutte le cellule del nostro corpo come di tutti i mammiferi. Portano il glucosio dal sangue alla cellula.
Le proteine GLUT 5 sono localizzate solo nelle cellule epiteliali dell’INTESTINO TENUE, ma funzionano al contrario cioè favoriscono il trasporto del glucosio dall’intestino al sangue.
Le proteine GLUT 2 sono presenti nel fegato e nelle cellule Beta del pancreas quelle che producono l’INSULINA. Favoriscono il passaggio del glucosio dal sangue al fegato e dal sangue alle cellule pancreatiche. Il glucosio entrato nel fegato viene assemblato come GLICOGENO mentre quando entra nelle cellule del pancreas endocrino stimola la produzione dell’ormone INSULINA.
Le proteine GLUT 4 trasportano il glucosio dal sangue alle cellule muscolari e adipose. Il numero di queste particolari proteine di trasporto aumenta quando i valori della glicemia si alzano.

2. In presenza di elevate concentrazioni di insulina o di una dieta ricca in carboidrati, aumenta la glicogeno sintesi cioè il glucosio-6-fosfato viene trasformato in glicogeno.

3. Inibizione della formazione dei chetoni e stimolazione della sintesi di grasso con attivazione dell’acetil-CoA-carbossilasi, che induce la produzione di acidi grassi.

NEL TESSUTO ADIPOSO

• Aumento della captazione del glucosio che nel tessuto adiposo è mediato da trasportatori insulino-sensibili GLUT 4 con sintesi degli acidi grassi e formazione di trigliceridi.

• Inibizione della lipolisi con riduzione dei substrati necessari per la sintesi dei corpi chetonici.

NEL TESSUTO MUSCOLARE

Nella cellula muscolare l’insulina promuove l’aumento della captazione del glucosio e stimola i metabolismi dei glicidi, dei protidi e dei lipidi.

1. L’insulina nel muscolo trasforma il glucosio-6-fosfato in glicogeno.
2. Stimola la conversione del piruvato in acetil-CoA, che entra nel ciclo di Krebs.
3. IN ASSENZA DI INSULINA L’ACETIL-COA È PRODOTTO A PARTIRE DAI GRASSI, CIÒ DETERMINA CHETOSI.

L’insulina aumenta la captazione degli aminoacidi in circolo da parte della cellula muscolare, e ne riduce il rilascio. Questa sua azione anabolizzante ben nota nel mondo sportivo agonistico, si svolge principalmente sull’alanina e sulla glutammina, aminoacidi essenziali nella formazione del glucosio.

 

BIBLIOGRAFIA:

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Assessment of insulin sensitivity in older adults using the hyperglycemic clamp technique.

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Kaplan NM.
The deadly quartet: upper-body adiposity, glucose intolerance, hypertriglyceridemia and hypertension. Arch Intern Med 1989;149:1514-20.

Polimorfismo FTO Predisposizione Obesità/MS

Il test individua la predisposizione genetica al sovrappeso, alla difficoltà nel perdere peso o a mantenerlo. Si lega inoltre alla prevenzione delle patologie cardiovascolari.

Fino ad oggi essere a “dieta” ha significato sottoporsi a sacrifici e restrizioni, confrontarsi giornalmente con la bilancia pesa alimenti o con il calcolo delle calorie.

Oggi un’alimentazione studiata su misura per il nostro DNA rende possibile perdere quei chili di troppo dei quali non siamo mai riusciti a sbarazzarci ritrovando così una forma fisica che credevamo perduta per sempre.

Il test è fondamentale anche nell’età pediatrica.

Mysimba

Mysimba è una formulazione combinata di Naltrexone-bupropione utilizzata come opzione terapeutica per la gestione a lungo termine del sovrappeso e dell’obesità, in aggiunta all’esercizio fisico e a una dieta ipocalorica.

Mysimba è stato autorizzato per la gestione dell’obesità dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA; Mysimba) e dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense rispettivamente a settembre e dicembre 2014.

Si presenta in confezioni da 28 o 112 compresse di colore azzurroLa posologia e il timing terapeutico necessitano di uno stretto controllo medico specialistico